Il cibo ha una valenza fondamentale – non circoscritta ai primi mesi di
vita - nella relazione che intercorre tra madre e bambino.
Niente come questo rapporto è in
grado di far capire la centralità dell’alimentazione nello sviluppo emotivo
dell’essere umano e il fatto che noi mangiamo non solo per soddisfare un
bisogno fisico, ma anche per rispondere a specifiche richieste del nostro
universo interiore (non a caso si parla spesso di comfort
food).
Il bambino inizia a conoscere la forza consolatoria della nutrizione
praticamente da subito, quando è una creatura piccola e indifesa che trova nell’abbraccio
della mamma e nel suo odore i punti di riferimento principali per stare bene e
per sentirsi al sicuro.
Sempre grazie alla figura materna
può imparare a gestire bene il rapporto con il cibo e a renderlo un fattore
positivo per la sua crescita personale. Per ottenere questo risultato è
necessario prima di tutto capire appunto che il rapporto con il cibo, nei primi
anni, è nodale per la crescita e che attraverso certe reazioni il bambino
lancia determinati messaggi che vanno al di là del piacere gustativo o della
sua mancanza.
Se, per esempio, rifiuta pervicacemente un determinato
alimento, può darsi che stia
cercando di affermare la propria individualità rispetto a quella materna e
che la reazione non abbia nulla a che fare con il mancato gradimento del cibo
proposto dalla persona adulta.
In questi casi è bene che la
madre eviti di drammatizzare eccessivamente la cosa, senza però lasciare al bimbo
lo spazio per un atteggiamento impositivo.
Ci vuole, come in molte altre
situazioni, il giusto equilibrio, e la capacità di comprendere che è sì
necessario guidare il bimbo all’acquisizione della propria autonomia (percorso
che passa anche dai rifiuti), senza però mettere in secondo piano l’importanza
del rispetto delle regole.
Nella fase in cui il piccolo inizia ad affermare la sua individualità è
fondamentale anche educare il suo gusto e fare in modo che cominci a vedere
il momento della nutrizione come un percorso di appagamento sensoriale totale.
Ciò significa, per esempio,
puntare sulla varietà dal punto di vista cromatico e olfattivo, oppure cucinare
assieme mettendo dando ovviamente a tutto una valenza ludica e invitandolo ad
assaggiare dei cibi nuovi.
Da non trascurare è anche il tema
dei limiti. Il consumo di cibo deve essere caratterizzato da specifiche regole
che anche gli adulti devono seguire con coerenza per evitare di creare
confusione nel bambino.
Dott.ssa Miolì Chiung
Responsabile Studio di
Psicologia Salem