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Cenci

ENGLISH VERSION'S FORWARD La recette en Français est vers le bas 'Se pensi alla strada che devi percorrere ti trovi tremendamente a disagio e la vita diventa troppo complicata. Se smetti di pensare e cominci invece a camminare, il tuo fardello si alleggerisce e inizi a intuire il tuo percorso, a scoprire una tua visione' Osho ' Cencio ' in dialetto toscano significa straccio e qui dalle mie parti, i cenci sono dei biscotti fritti, che vengon cucinati durante il periodo del Carnevale. Dolci simili son diffusi in tutta Italia, presentando leggere varianti nella ricetta. Si trovano in versione fritta, ma anche in quella cotta in forno, si trovano nei forni e nelle pasticcerie, e anche sui banchi dei supermercati. Il sapore però che ho nel mio patrimonio e nella memoria delle mie papille gustative è il sapore di quelli che faceva la mia nonna, erano croccanti, poco unti ed avevano un leggero aroma di limone. Non ho la sua ricetta ahimè, ma quella

Carnevale, bugie e menzogne #PsicheInCucina


Il Carnevale è una festa amatissima da bambini e adulti, un giorno perfetto per passare qualche ora in allegria in famiglia. Questa giornata non rappresenta solo un’occasione per mascherarsi, ma anche un momento per consumare dolci tipici che, di anno in anno, riscuotono sempre grande successo e sono capaci di far rivivere il fascino delle tradizioni, che rappresentano un punto di riferimento simbolico sicuro nel quale riconoscersi.
Tra i dolci tipici del Carnevale è possibile ricordare le bugie, conosciute anche con il nome di chiacchiere (il termine bugie viene utilizzato soprattutto nelle regioni dell’Italia settentrionale).
La tradizione delle bugie di Carnevale è un’eredità che ci è stata tramandata degli antichi Romani, che erano soliti preparare dolci molto simili per i saturnali. Non si può però mangiarle senza riflettere un po’ sul significato psicologico che le menzogne hanno nella nostra vita quotidiana.
Perché diciamo bugie? Per manipolare, influenzare e controllare a diversi livelli i pensieri delle persone con le quali abbiamo a che fare ogni giorno. Per capire la natura della menzogna dobbiamo anche definirla, differenziandola da situazioni come la finzione e l’errore.
Possiamo farlo partendo da tre brevi punti che inquadrano la specificità della menzogna. Per far sì che si possa parlare di vera e propria menzogna devono sussistere tre caratteristiche nel medesimo contesto:
l  Falsità del contenuto
l  Piena consapevolezza di tale aspetto
l  Intenzione di ingannare il proprio interlocutore

L’ultimo punto è nodale e ci aiuta a capire che la menzogna inconsapevole non esiste. La menzogna fa parte della nostra vita fin dall’infanzia; durante i primi anni capita infatti che i bambini tendano a mentire, per il semplice fatto che hanno imparato a distinguere se stessi dagli altri e a prevedere le risposte che le persone a loro più vicine possono inviare.
Ovviamente i bambini mentono per uscire da situazioni di difficoltà, atteggiamento che si ritrova spesso anche in chi bambino non lo è più. Quando la tendenza a mentire riguarda persone che hanno superato l’età infantile ci si trova spesso davanti a situazioni critiche, come per esempio una coscienza di sé alterata, un livello scarso di autostima o una condizione di narcisismo.


Le tradizioni culinarie, soprattutto quando sono legate a occasioni che si ripetono ciclicamente come le feste, aiutano tantissimo a riflettere su aspetti della quotidianità sui quali non capita spesso di soffermarsi, ma che è invece bene approfondire per capire come ci rapportiamo agli altri e a quali espedienti ricorriamo quando riteniamo di non avere abbastanza strumenti per affrontare un problema.

Dott.ssa Miolì Chiung Ching Wang

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